mercoledì 14 ottobre 2009

Dose minima giornaliera

L’altro giorno di mattina presto, in bilico tra il sonno e la sensazione di noia mattutina tipica delle giornate piovose quando devi assolutamente alzarti anche se vorresti solamente stare a letto per continuare a dormire nel caldo tepore di una maxifelpa sulla quale campeggia la parola “Chicago” a lettere cubitali e che copre più di metà del corpo, stavo facendo colazione nel solito café e sfogliando senza particolare attenzione una rivista colorata e invitante. L’occhio è stato subito attirato da una scritta: “Dose minima giornaliera”.
Senza fare troppo caso al fatto che, proprio nello stesso momento, stavo consumando la mia “Dose minima giornaliera” di caffè, indispensabile per assumere un aspetto decoroso, essere gentile e disponibile e avere una soglia di attenzione che non fosse prossima allo zero, ho continuato nella lettura: “Non è un peccato di gola, è una necessità. Il cacao fa bene, tira su di morale, protegge e sostiene nei periodi di stress. Le confezioni monodose sono da tenere sempre in borsa, per essere consumate nei momenti più difficili. Un particolare non da poco: le confezioni contengono la dose minima giornaliera (1 euro). Nulla vieta di consumarne di più. Non per altro, ma quando c’è di mezzo la salute...”.
Già durante i miei anni universitari circolava il mito secondo cui il cacao aiuterebbe la memoria, quello stesso cacao che io e le mie amiche, non avendo problemi di linea, ingurgitavamo senza vergogna.
Ma qual è la “Dose minima giornaliera” di cui abbiamo inconsapevolmente bisogno ogni giorno? Il caffè per chi ha una ripresa lenta o, magari, per distrarsi e fare una pausa, i carboidrati per i fanatici della dieta e della palestra, il sesso per appagare il corpo o la mente, un vestito nuovo di Prada per alzare il proprio livello di autostima, un po’ di svago per evadere la monotonia della routine quotidiana, un po’ di approvazione per compiacere il proprio ego? E la fantasia? Qual è la “Dose minima giornaliera” della fantasia?
Davanti al mondo dobbiamo essere sempre i più felici, i più belli, i più giovani, i più rampanti, i più divertenti, i più efficienti, i più sorprendenti, i più innamorati, i più innovativi. Dobbiamo scegliere il vestito giusto, l’amico giusto, il locale giusto, la frase giusta, il profumo giusto, i cereali giusti. Quanta fantasia ci serve per recitare il nostro ruolo giornaliero? Quando vogliamo fare colpo dobbiamo sembrare accattivanti, esaltare con noncuranza i nostri pregi e sdrammatizzare i nostri difetti, concedere ma non troppo, farsi conoscere evitando i dettagli, giocare d’astuzia e perchè no anche bluffare, se la posta in gioco è alta. Ma se anche per conquistare chi vorremmo al nostro fianco o nel nostro letto dobbiamo evitare la noia, la banalità e la scontatezza – quasi fossero la cosa che mai vorremmo augurare a noi stessi, praticamente come acquistare in saldo un pezzo difettato e non restituibile ­– la trasgressione, oggi, è diventata essere se stessi in qualunque circostanza? Probabilmente, questo è il vero lusso dei tempi moderni.

13 commenti:

  1. Senza fantasia il mondo si vede solo in bianco e nero.

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  2. mmm, ci risiamo. Io ho deciso di correre il rischio ed essere me stesso, se non piaccio non è un problema mio. Almeno questo in teoria. Poi è anche vero che il giudizio degli altri ha un certo peso. Per esempio l'altro giorno (giorno della lezione) ero abbastanza soddisfatto di com'ero vestito: sui toni del grigio e del nero, ero indeciso se definirmi "principe del male" o "principe delle tenebre". Poi è arrivata una mia amica e mi ha chiesto per quale ragione mi fossi vestito da prete. Ci abbiamo riso sopra, ma il "principe delle tenebre" era affondato...

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  3. Grigio e nero? Suit o pull e pantaloni? Un compromesso tra il mio commento e quello di Dudù insomma.
    A lezione di cosa se posso?

    Secondo me, Anastasia dipende molto anche da come ci poniamo. Anche l'abbigliamento è espressione del modo in cui vogliamo relazionarci col prossimo. Non è tanto il fatto che il giudizio degli altri abbia un certo peso quanto una questione di feedback. Come direbbe Alexis, da ogni situazione si può imparare qualcosa. In genere a prima vista non risulto simpaticissima probabilmente perchè sono metodica e precisa cosa che invece sul lavoro viene molto apprezzata.

    PS per Dudù: se ti piacciono le scarpe che hai nell'avatar dobbiamo assolutamente conoscerci.

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  4. Pantaloni e giacca grigia, dolcevita nero di cotone elasticizzato e sciarpa grigia. Un prete, insomma, o un commesso ;) Hai ragione, comunque, si impara sempre e io ho imparato che effettivamente era una mise un po' troppo funerea... Ah, scarpe nere.

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  5. @ Estelle: concordo sul bianco e nero.
    Ma dimmi, ora dai consigli di stile? :P
    Comunque, quel "come direbbe Alexis" mi piace molto. Sentirsi citati è il primo passo verso la celebrità! :D


    @ Dudù: impulsiva e irruenta come sono nelle mie scelte trovo il grigio estremamente inadatto alla mia persona. Ho sempre pensato al "grigio mentale" come a qualcosa di indeciso, convenzionale, troppo adattabile e a tratti qualunquista.
    Preferisco di gran lunga il bianco o il nero nelle persone: la sicurezza di sè la trovo estremamente stimolante.
    L'unica cosa grigia a cui riesco a pensare è il maglione che ho comprato la settimana scorsa! :D


    @ "alla (mia) principessa delle tenebre (preferita)" Anastasia: in parte ti ha risposto la fetentona E.R.! :P Forse perchè questa mattina, tra 1000 pettegolezzi, leggevo i commenti dal mio palmare e riflettevamo insieme su quello che hai scritto. Ergo, non posso che concordare. Aggiungo:
    1) trovo estremamente noioso piacere a tutti e, a differenza di Estelle, non mi preoccupo poi così tanto del pensiero altrui. Certo, il feedback è importante ma, il più delle volte, per semplice curiosità, conferma, desiderio già insito di fare un cambiamento o perchè magari proviene proprio da quella persona il cui giudizio significa davvero qualcosa;
    2) mai fidarsi del giudizio delle amiche, soprattutto, in termini di abbigliamento.

    Infine, toglimi una curiosità se ti va: considerando le tue numerose scorribande amorose... come ti vesti per rimorchiare e/o fare colpo? ;)

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  6. I bang my own drum
    some think it's noise I think it's pretty
    and so what if I love each sparkle and each bangle
    why not try to see things from a different angle?
    Your life is a sham
    till you can shout out
    I am what I am

    :-)

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  7. @Alexis: A me le sfumature piacciono molto di più dei colori al massimo grado si saturazione... questo anche nella vita. Noto le sfumature quando inizio a conoscere veramente una persona... quando una persona non la conosco è o tutta bianca o tutta nera...E poi, il grigio... che bel colore. A me piace molto.

    @Estelle: certo, adoro quelle scarpe... ma in tutto il mondo penso che siamo solo in due ad adorarle... io e te!

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  8. Un mondo a colori, secondo me, è il miglior auspicio che possiamo regalare a noi stessi e, probabilmente, è anche il bello della vita. Da un lato, è sempre sorprendente, per noi stessi e per gli altri, soprattutto per chi come me ama cambiarli spesso (e non parlo di quelli delle scarpe :P) e, dall'altro, è sempre stimolante ricercare il colore più appropriato per quel momento preciso per viverlo pienamente, intensamente e in modo soddisfacente. Non sei d'accordo, cara? :)
    Il problema, generalmente diffuso direi, è quello di vivere gli eventi sempre troppo superficialmente e frettolosamente, forse perchè non capiamo che colore hanno.

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  9. ;) "che scema, ma in senso buono!".
    Ma quali scorribande amorose?

    PS: comunque il falso trasandato va sempre...

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  10. Sono d'accordo con te... PER UNA VOLTA ^_-

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  11. @ Anastasia: quindi era come scrivere "vaffanculo" con accanto una bella faccina? :)

    Comunque, le tue vicende amorose travagliate sono intriganti.


    @ Angelique: :PPP

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