Poi ci sono anche i primi appuntamenti che hanno un risvolto inaspettato. L’altro giorno, a pranzo, mentre le tre sorelle che han fatto un patto stavano provando un nuovo self-service d’alta cucina, non riuscivo a credere al racconto di Estelle: qualche sera prima, ad una festa in casa di un suo amico antiquario, tra una folla di invitati piuttosto particolari, uomini d’affari di tutte le età, giovani signore annoiate con cagnolino, ricche vecchiotte in abiti giovanili che bevono solo acqua e gigolò, ha conosciuto Jacques, uno scultore 32enne molto, molto francese con un accento del sud modificato da una intonazione snob che gli faceva mangiare le parole. Schivo e ombroso, non si capiva se fosse annoiato o se, semplicemente, volesse nascondersi dietro a un alone di mistero. Dopo essersi avvicinati l’una all’altro, Estelle e Jacques non hanno più smesso di parlare rapiti in un’alchimia che si faceva sempre più intensa. Messa da parte una prima impressione fuorviante, Jacques era molto colto, interessante, raffinato, poliedrico, pungente e... mai noioso. Insomma, assolutamente perfetto. Dopo una serie di baci grandiosi e promettenti, l’attrazione reciproca ha condotto al più naturale degli epiloghi ma a letto... delusione totale. Estelle era assolutamente impreparata perchè lo immaginava meraviglioso. E, forse, era proprio questo il problema: aveva aspettative troppo grandi. E non è che cercasse solamente un uomo che le strappasse la biancheria di dosso.
Tornata a casa, ripensavo alle aspettative sessuali: in un mondo dove la perfezione non esiste e in cui la vita può riservarci talvolta anche dei tiri mancini come il ristorante vegetariano che ci ha fatto provare Angelique ieri sera e che si è rivelato assolutamente una schifezza, un’aspettativa troppo alta non sarà più ingannevole del cavallo di Troia?
Intanto, la stessa sera, dall’altra parte del mondo, anche Tommaso, a Milano, sfidava la sorte. Armato di mouse, aveva trovato, la notte precedente, tra gli internet-dipendenti, un tipo con profilo e foto assolutamente accattivanti. Pronto a sfatare, le affermazioni dei sessuologi secondo le quali, a causa dell’ansia da prestazione, solo per il 33% degli uomini l’incontro virtuale sfocia in qualcosa di più, al contrario delle donne che l’80% delle volte cercano di trasformare la fantasia in realtà, convertendo il sesso virtuale in sesso vero, Tommaso si era preparato per un altra tipologia di primo appuntamento che, personalmente, non ho mai avuto il coraggio di provare: quello al buio. La filosofia di vita di Angelique prevede che, prima di questi appuntamenti, si sia sempre inclini ad immaginare che il ragazzo che si va ad incontrare sia favoloso. Ma questo non fu il caso. O, meglio, Tommaso si è trovato, senza una ragione, a fare sesso orale con un ragazzo che, come ha placidamente ammesso per telefono, non era in alcun modo il suo tipo. La cosa, però, sembra tutt’altro che sorprendente. Parlando con Angelique, infatti, mi ha reso edotta del fatto che, esattamente come non si è sempre attratte da uomini indubitabilmente belli, molto spesso, il sesso migliore si fa con gente che non ci piace. Ci si sente, per caso, più liberi di esprimersi? Ci sono meno inibizioni? O ci si sente paradossalmente più se stessi con uno sconosciuto?
Poco fa, stavo facendo una doccia godendo dell’acqua calda che mi bagnava la pelle e riflettevo che, forse, se è vero che le cose ovvie nascono per ovvie ragioni, a volte è meglio prendere la vita così come viene senza cercare di cambiare il corso delle cose. Forse ha ragione Estelle con la sua convinzione che se il sesso non è un granché non serve a niente dirlo. Ma, altre volte, basta un po’ d’improvvisazione.