venerdì 18 dicembre 2009

Ex and the City

Quando si vive a Parigi o a Milano si deve essere consapevoli di vivere in una dimensione parallela. È fondamentale avere l’atteggiamento giusto: sperare per il meglio, prepararsi al peggio e chissà... si potrebbe essere piacevolmente sorpresi. Oppure no! Non mi riferisco a quegli uomini che prima portano a letto una donna e poi le dicono che hanno già una relazione. Pensavo al complicatissimo quanto variegato rapporto con gli ex: c’è chi mantiene un contegno tranquillo, chi rimane in contatto, chi tramuta l’amore in amicizia, chi convive serenamente con questa “evoluzione” della precedente relazione, frequentandosi costantemente, chi continua a condividere la propria vita, uscendo a cena, parlando delle proprie storie e presentando anche, perchè no, le nuove conquiste, chi, quando s’incontra per la strada, non sa parlare d’altro che del tempo, chi preferisce qualcosa di civile e formale, chi si sente saltuariamente e chi taglia definitivamente i ponti.
Se si considera che, in natura, le vedove nere, talvolta, uccidono e divorano il maschio quando l’amore finisce, direi che la specie umana è molto più comprensiva.
L’altro giorno, parlando con Angelique ed Estelle, mi sono resa conto che trovano abbastanza singolare il fatto che io sia rimasta così amica del mio ex. Il comportamento più diffuso, infatti, non è quello di considerare, l’esperienza precedente come un arricchimento della propria vita, una parte di vissuto che, seppur doloroso, come, qualche volta, può diventare in seguito a una rottura o a una separazione, lascia, comunque, un ricordo o un insegnamento ma, solamente, come qualcosa da dimenticare il più velocemente possibile. Riflettendoci, è talmente infantile: si tengono dei vestiti che non si indosseranno più ma non si esita un istante a buttare via un ex.
Più tardi, tornando a casa, non potevo fare a meno di chiedermi: ma se si ama qualcuno e ci si lascia, dove va a finire quell’amore? È possibile trasformare un amore appassionato in qualcosa di diverso, magari più duraturo, come un’amicizia? Insomma, si può essere amiche di un ex?
Dall’altra parte del mondo, intanto, Alfredo si stava destreggiando in una situazione indefinita con un ragazzo che non era propriamente un ex. Dopo essersi conosciuti qualche mese fa, aver avuto qualche incontro di un certo tipo, essersi persi di vista per un periodo, durante il quale Alfredo si è concesso altri divertimenti, si sono ritrovati la settimana scorsa in discoteca e, quando sembrava profilarsi la possibilità di un’amicizia, il ragazzo, dopo essere stato riaccompagnato a casa da Alfredo, l’ha invitato alle 3 del mattino a salire per un caffé. Il tentativo di allacciare un altro tipo di rapporto non è andato, però, a segno, probabilmente, perchè Alfredo, stanco, non ha capito subito la reale intenzione che il caffé avrebbe voluto sottintendere o perchè, semplicemente, non era il momento giusto. Per caso, voleva ristabilire un legame?
Il giorno seguente, Alfredo stava facendo shopping da Prada. Dopo essersi squadrato con un ragazzo, all’uscita, si sono imbattuti l’uno nell’altro. Uno scambio di battute, dalla “Pensavo che magari ti farebbe piacere bere qualcosa con me...” alla fintamente sdegnosa “Scusa ma noi ci conosciamo?” e l’intraprendente ragazzo, sicuro di sé, gli ha lasciato il numero.
Evidentemente mentre, da una parte, qualcuno si chiedeva, forse masochisticamente, se quello che c’era con il proprio ex fosse meglio di quello che c’è ora tra lui e la sua nuova fiamma, dall’altra, a qualcun altro bastava poco per andare avanti. Del resto, però, se si lascia un ex, indubbiamente, c’era qualcosa che non andava.
Guardando fuori dalla finestra la neve che scende, la prima dell’anno, la città è silenziosa, il mondo è ovattato. Tutto, improvvisamente, è diventato chiaro. Ho capito che è il momento di smettere di farsi domande: la vita è una sequenza di distrazioni in attesa del tipo giusto. D’un tratto, il passato non ha più importanza.
Questo sarà il primo Natale insieme a Nicolas. E, se qualche interrogativo rimarrà senza risposta... pazienza! Non bisogna dimenticare, forse, che c’è una stagione per tutto. Can it be that it was all so simple then? Or has time re-written every line? If we had the chance to do it all again? Tell me, would we? Solo il tempo, contro il quale nessuno può lottare, darà il giusto significato ad ogni cosa. Ma, intanto, la vita m’aspetta. Buon Natale.

giovedì 10 dicembre 2009

Mi piace il sesso e ne voglio di più

In periodi di grande fermento come questo, nei quali le tre sorelle che han fatto un patto sono prese ciascuna da mille impegni, il momento migliore per vedersi risulta essere la mattina a colazione, prima di andare al lavoro. Unica eccezione, ovviamente, è il brunch domenicale, generalmente dedicato ai pettegolezzi o al riassunto degli eventi salienti della settimana.
Partiamo dall’inizio. Tre settimane fa circa, ce ne stavamo sedute comodamente da Ladurée e leggevamo distrattamente l’oroscopo sul quotidiano del mattino. Colpita da quello che riportava il suo, Angelique ne scandiva le parole: “Prima di sera incontrerai la persona che metterà a soqquadro gli schemi della tua vita”. Per una ragazza convintamente metodica, sistematica come poche e che poco apprezza gli imprevisti come lei, eravamo dubbiose se la frase dovesse essere letta come un auspicio, un monito o una minaccia. Abituata, d’altra parte, a non dare troppa importanza a queste cose, una risata, un caffè, due biscotti e qualche minuto dopo, tutto era già dimenticato. La stessa sera ci siamo ritrovate alla festa di compleanno di Mathieu, il compagno di Florent: di solito detesto queste ricorrenze ma i party organizzati da Mathieu riescono sempre ad essere sorprendenti e ad offrire qualcosa di inaspettato e sottilmente trasgressivo.
Trasgressione che per Angelique si traduce nello sentirsi sbarazzina in un abito di Sonia Rykiel e per Estelle è sinonimo di abiti italiani invece che francesi, fasciata nel suo indescrivibile outfit di Gucci senza dimenticare il mio look, ambiguamente dark, maliziosamente androgino e ironicamente sadomaso: marsina militare doppiopetto, pull a V con scollo profondo, pantaloni da cavallerizza di Chanel e stivali appesantiti da pesanti fibbie quadrate di Giuseppe Zanotti Design. Tutto accompagnato da capelli tirati indietro appena usciti dal salone e make up in toni scuri da misteriosa femme fatale.
Niente riesce a solleticare la mia creatività come queste occasioni uniche. Talmente inconsuete che Angelique, l’abbiamo appreso qualche giorno dopo, in mezzo alla folla di persone, delle tipologie più varie, che contano in città, che pensano di essere qualcuno o dei commessi più snob delle boutique del centro, era stata molto discretamente notata da un ragazzo, un 34enne italo-francese di nome Simon, che, per qualche inspiegabile motivo, forse, semplicemente non ce n’era stata l’occasione, non le si era avvicinato.
Qualche giorno dopo, però, durante la lezione di aerobica, mentre io e Angelique eravamo sudate, spettinate e indegnamente abbigliate in top colorati e shorts deformi (solo Estelle va in palestra come se andasse ad una serata esclusiva per attirare l’attenzione dell’istruttore), il ragazzo della festa si è avvicinato ad Angelique: “Ti ho visto l’altra sera alla festa. Dato che non ci hanno presentato, penso sia ora di rimediare”.
Il giorno seguente mentre ricapitolavamo gli eventi e Angelique continuava ad interrogarsi sul perchè non avesse notato Simon durante il compleanno di Mathieu io, al contrario, mi chiedevo: se si considerano l’entropia dell’universo, il calcolo delle probabilità che due persone possano incontrarsi o scontrarsi e che la percentuale della loro affinità sia sufficientemente elevata, è la tempistica a svolgere un ruolo fondamentale? O l’interazione tra gli esseri umani è regolata solo dal volere del caso?
Dopo quel re-incontro in palestra sono seguiti, nell’ordine, due cene, un cinema e un fine settimana in Normandia e tutto andava a gonfie vele. Sembrava quasi impossibile trovare un difetto a Simon e pareva che, per una volta, le stelle avessero fatto centro. Finchè una sera, a casa mia, Mathieu ha raccontato a me, Florent ed Estelle qualche particolare interessante della vita di Simon tra cui il fatto che si era separato da circa un mese dopo che la moglie lo aveva trovato a letto con la sua migliore amica.
In quel momento ho capito che non sono né le tempistiche né le stelle a controllare le relazioni umane. In fondo, solo l’intuito individuale può rappresentare il giusto compromesso tra le due cose.

mercoledì 2 dicembre 2009

Deeply superficial

Mi è sempre piaciuta una cosa di Parigi: non si sa mai cosa possa accadere da un momento all’altro. Da quando ci sono venuta, parecchi anni fa, è iniziato il nostro rapporto di amore e odio. Non cambierei nulla di questa città... tranne, forse, il clima. Ma anche Milano non scherza. Ci sono dinamiche, però, come quelle degli incontri galanti, chiamiamoli così, che sono universali. Dopo Adamo ed Eva, la coppia antesignana, le modalità che regolano le interazioni sociali e sessuali tra le persone si sono evolute e diversificate. Esiste la coppia monogama, quella aperta, quella legata attraverso un vincolo matrimoniale, quella occasionale, quella periodica, quella trasgressiva, quella per un’avventura, quella che sussiste solo dietro compenso, quella triangolare, quella multipla fino ad arrivare all’ultima frontiera di questo concetto, la “troppia” anche se non mi è ancora perfettamente chiaro se il significato indichi semplicemente una “coppia” formata, in realtà, da tre persone, quindi, un trio o se sottintenda, neanche tanto velatamente, che uno dei componenti è di troppo. Ma rimane un mistero cosa faccia funzionare una coppia al meglio nonostante, si dice, il sesso rappresenti una parte molto importante.
Qualche sera fa, mentre con Angelique, Estelle e Florent provavamo l’ultimo ristorante persiano aperto in città e parlavamo del Natale, di cosa sia cool regalare e di come uno sgasa-champagne, diventato chic negli anni Novanta, sia, comunque, un oggetto da prostitute oltre ad essere assolutamente inutile, abbiamo appreso da una Estelle in vena di confidenze, davanti a un drink, l’evoluzione della sua vita sessuale con Jacques. Convinta della sua carica erotica, per nulla scoraggiata di fronte al primo tentativo fallito e rassicurata dalla certezza che la passione deva essere accesa e alimentata non avrebbe potuto accettare l’idea, per citare testualmente, che l’acciarino, sfregando la pietra focaia, non avesse prodotto alcuna scintilla, soprattutto, considerando il fatto che Jacques l’aveva nuovamente invitata ad uscire. Senza dubbio, non poteva neanche pensare che a lui andasse bene così (o... orrore, orrore, magari sì?). Così, intenzionata a non mollare al primo colpo, ha elaborato una strategia che potesse rendere ardente la vita sessuale di quella coppia improvvisata. Il piano prevedeva, per il secondo incontro, un programma che iniziava con una cena e terminava con una serata in discoteca ma niente sesso. Se, generalmente, è vero che l’attesa aumenta il desiderio, Estelle era determinata a farlo esplodere. Il giorno dopo, quindi, ha deciso che sarebbe servito un completino sexy malizioso e audace, qualcosa che facesse venire Jacques nei pantaloni non appena l’avesse vista. Il momento dei fuochi d’artificio si stava avvicinando.
A questo punto, non potevo fare a meno di chiedermi: ma in un mondo dai cambiamenti veloci in cui le coppie si formano e si disfano in un batter di ciglia e ci si ritiene fortunati se il partner non torna dal viaggio di nozze con un’altra persona, quando vale davvero la pena impegnarsi per fare funzionare una coppia... e qual è il numero ragionevole di candidati che possano costituire per ciascuno l’altra metà del cielo?
Oltralpe, intanto, si passava dalla ricerca della potenziale metà a quella della metà di qualcun altro. Poiché niente accade per caso, Alfredo, si è trovato ancora nella situazione di flirtare con un ragazzo già fidanzato nonostante, frase molto ricorrente, sembri che la storia sia ormai agli sgoccioli. Questa volta è stato il caso di un istruttore di karate, 36 anni, un corpo da urlo che s’intravede dal kimono e una dotazione interessante. Dopo aver puntualizzato di essere più interessato alla qualità che alla quantità, il ragazzo ha invitato Alfredo da lui per un “combattimento”. Eccitato dall’idea di una lezione privata per imparare qualche segreto sul kamas... sul karate, è rimasto in attesa di una sua telefonata per fissare un incontro, rimasto indefinito. Se è vero, però, che lasciando passare troppo tempo per queste coppie da una sera, l’interesse scende e non solo quello, questa volta, è stato Alfredo a chiamare e a decidere i dettagli. Quando ha suonato il campanello e ha visto che il suo istruttore aveva sostituito il kimono con una vestaglia di foulard, ha capito di aver fatto centro e di essere riuscito a prendere la situazione in mano.
Forse, in una coppia, di qualunque tipo sia, è solo tutto una questione di equilibrio o, semplicemente, tutti noi ci trasformeremmo se avessimo il coraggio di essere ciò che siamo.