martedì 12 gennaio 2010

Play your part

Quando si torna in una città come Parigi dopo una settimana di assenza trascorsa rilassandosi a Courchevel, il paradiso sciistico artificiale della Savoia, se si tralasciano di considerare gli istanti in cui si maledice di non avere un’automobile con i pneumatici da neve, si deve essere già pronti di fronte alla prospettiva di trovare al proprio ritorno un miliardo di arretrati lasciati in sospeso. Tra il lavoro da sbrigare, gli impegni da organizzare, le telefonate da fare, la posta elettronica da leggere, la valigia da disfare, la spesa da comprare, la palestra da ricominciare trova la sua giusta collocazione la prima cena con le ragazze, le tre sorelle che han fatto un patto, dopo le vacanze, durante la quale diventa irrinunciabile il resoconto di quello che ho sempre considerato il periodo più noioso dell’anno se non fosse per il fatto che si può amabilmente oziare, staccare il telefono, perdere i contatti col mondo esterno e dedicarsi a se stessi o alla coppia, quando si ha la fortuna di vivere una relazione. E, se da una parte ci si lascia deliziare dal ricordo di quei momenti così appaganti e rigeneranti, dall’altra non si può fingere di non realizzare che, malgrado ne sia appena iniziato uno nuovo, un altro anno sia trascorso, portandosi con sé, quando non ci si lascia troppo coinvolgere, gli ultimi giorni generalmente segnati dai bilanci.
Tra le voci dedicate alle entrate dei periodi vacanzieri di Angelique non può mai mancare qualche nuova conoscenza maschile, solitamente una, o almeno così sembrava, a prima vista. Mentre Estelle, per le feste, è volata a Firenze da un’amica francese trasferitasi in Italia per seguire l’amore, Angelique, qualche giorno fa, era a Bruxelles per una mostra d’arte. Non amando fare la turista e convinta che per conoscere a fondo una città bisogna viverla come se vi si abitasse, girando per le strade senza nemmeno usare una cartina e facendo affidamento solamente sul senso dell’orientamento, dopo un po’ di shopping in centro, in un caffè ha conosciuto Yannick, 31enne, medico, single. Mezz’ora, un cappuccino e un gauffre dopo, Angelique ha scoperto che il suo interlocutore vive a Parigi da due anni e mezzo, è tornato a Bruxelles per trascorrere le feste in famiglia, adora l’opera e la cucina etnica. Quello che, però, ignorava, almeno al momento, era l’esistenza di Martin, il fratello gemello di Yannick, aspirante attore e anche lui single. La scoperta è avvenuta il giorno seguente, quando, dopo una cena cinese, Yannick e Angelique hanno deciso di concludere la serata in discoteca. Angelique non l’avrebbe mai immaginato nel momento in cui ha acconsentito al fatto che il fratello di Yannick li raggiungesse al locale. Tanto meno avrebbe potuto pensare che quel ragazzo intraprendente, che era la copia perfetta di Yannick e che usciva da una storia durata quattro anni, iniziasse a corteggiarla anche davanti allo stesso Yannick.
Tra un chirashi sushi e un maguro no shimofuri, mentre io ed Estelle non osavamo fare pronostici su cosa fosse accaduto dopo, non potevo non chiedermi: se le donne sono istintivamente programmate a selezionare il candidato ideale per passare da una relazione a tempo determinato ad una a tempo indeterminato, in un modo che nemmeno un ufficio del personale riuscirebbe a fare, quali sono, al contrario, i parametri che consentono di scegliere tra due ragazzi apparentemente uguali, semplicemente per un’avventura?
Le attenzioni serrate di Martin verso Angelique non infastidivano in alcun modo Yannick. Anzi, lo stimolavano ad affinare la sua strategia seduttiva. Senza dubbio, la competizione tra i due fratelli si distingueva davvero per il suo grande fair play, un codice d’onore non scritto che prevedeva implicitamente un’ammirevole lealtà verso l’avversario, soprattutto, considerando che nessuno dei due aveva un vantaggio significativo sull’altro a parte quello, a favore di Yannick, di aver conosciuto Angelique un giorno prima. Angelique, da parte sua, non poteva che essere lusingata di tutto questo interesse nei suoi confronti ma, pur essendo il gioco molto stuzzicante, sapeva altrettanto bene di non voler diventare il trofeo che il vincitore si sarebbe aggiudicato.
Rientrando a Parigi, Angelique ha notato sorprendentemente che solamente Yannick aveva il suo numero di cellulare. Martin, infatti, le aveva lasciato il suo biglietto da visita. Non potendo smettere di pensare che la partita avrebbe dovuto disputarsi equamente sullo stesso terreno di gioco, ha mandato un sms a Martin. Ma, inaspettatamente, Angelique, per la prima volta, ha deciso che la mossa migliore in quel momento sarebbe stata quella di lasciare il campo.

12 commenti:

  1. Ragazza mia, che storie in quel di Parigi. Ti confesso che di primo acchito ho pensato che sarebbe finito tutto a gambe per aria (nel senso letterale dell'espressione).
    Scrivo una cosa che forse saprai già e che spero non ti offenda: nell'ambiente gay si dice che i francesi sono le puttane d'Europa, però vedo che anche l'ambiente etero non scherza....

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  2. Mia cara/o, quello che fanno nell'ambiente gay francese non è affar mio, lungi da me giudicare. Per quanto mi riguarda, faccio quello che un uomo single ha sempre fatto nella storia senza tanti aggettivi. Né più né meno.

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  3. Ti invidio lo sai, fosse anche artificiale, pure a me piacerebbe staccare per una settimana!

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  4. Angelique, d'accordissimo con te. Facevo solo riferimento a uno stereotipo/luogo comune sui francesi, quello di essere un po' licenziosetti... Lungi da me giudicare, figuriamoci.

    Ma la padrona di casa dov'è, quella gattona che non è altro?

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  5. Sono quasi certa stia facendo le fusa da qualche parte... Dalle il tempo di divertirsi con il tiragraffi e vedrai che apparirà sorniona come sempre :)
    Personalmente, quella dei gemelli è la mia fantasia ultima. Fossi stata nei panni di Angelique, avrei abbandonato il campo solo dopo aver giocato la partita fino all'ultimo. Ovviamente con le mie regole ;)

    Infine, riguardo lo stereotipo dei francesi "puttane d'Europa": è tutta invidia, perchè sanno godersi la vita senza troppi problemi.
    Perciò: vive la France!

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  6. @ Anastasia: ho sentito anch'io quella voce. Secondo me, comunque, non bisogna mai generalizzare. Francia, Italia o worldwide, le cose non mi sembrano poi così tanto diverse.
    P.S.: ti sono mancata per caso? :D


    @ Angelique: non è il caso di scaldarsi! :P


    @ Rano: vero... ogni tanto bisogna staccare. Ma il fatto che sia artificiale... rimane! :P


    @ Karen: vuoi farmi da segretaria?!...
    Inoltre, rimarcando la stima che ho per te, questa è una delle volte in cui mi piacerebbe tanto chiuderti la bocca. Ovviamente, con le mie regole! ;)
    P.S.: sto ancora aspettando che tu mi dia la notizia che attendo fremente.

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  7. Serve ben altro per scaldarmi. Sono troppo bella, giovane e sicura di me per prendermela per questi dettagli ^_^

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  8. Alexis tesoro, che ho mai detto di così compromettente?
    Ho solo espresso il pensiero che tutte noi, ormai assidue frequentatrici del tuo salotto bloggeggiante, avevamo sotto le nostre stupende acconciature :)
    Detto questo, ti chiedo la grazia di ricordarmi il motivo del tuo fremere perchè, lo giuro sulla Vodka, non ne ho memoria alcuna...

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  9. @ Karen: la data di un certo concerto a Milano! :P

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  10. Beh secondo me nella vita bisogna giocare se il gioco vale la candela, se poi la mano e a tre, beh prima o poi tra i due litiganti c'è sempre quello che gode, quindi ben vengano i conteggiamenti, ben venga la competizione, ma Angelique( che bel nome!Io ho chiamato Angelica la mia bambina...adoro!!)è la sola che deve scegliere chi tra i due la rmoziona , cioè la muove dentro. e se lei stessa desidera muovere le cose.
    Il resto è storia.
    Un carissimo saluto alla padrona di casa

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  11. Oh cielo! E' vero, il concerto!
    Ma dove ho la testa? Beh, lasciamo perdere che è meglio...
    Anyway, non ci sono ancora notizie ufficiali in merito, quindi non ci resta che attendere speranzose :)

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  12. Beh sì, lo sai che, quando sparisci, un po' mi manchi - ma solo un po', non montarti la testa ;)

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